SquinternatiRoma
SquinternatiRoma

Gruppo organizzato di spettatori ...  perchè insieme tutto è più bello !!!

 

CHI SIAMO : gli “ SQUINTERNATI” gruppo di promozione artistico e teatrale, assolutamente spontaneo, apolitico, apartitico, senza scopo di lucro o qualsivoglia interesse materiale, aperto, trans culturale, trans generazionale e con solo finalità di aggregazione.

 

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 NON POSSIMO MANACARE    Domenica 21Gennaio 2024   40° compleanno per 

RumoriFuoriScena

 

Non funzionerà mai qui da noi, è humour inglese”, aveva detto Attilio Corsini a proposito di “Rumori fuori scena” di Michael Frayn, nel 1982. Poi, insieme a Viviana Toniolo, si convinse che forse si poteva tentare. “Rumori”, come affettuosamente viene chiamato lo spettacolo da chi ne fa parte, come si fa con un figlio al quale si dà un diminutivo, nel 2024 festeggia i 40 anni dal suo debutto italiano. 

La storia, per chi ancora non la conoscesse, è quella di una compagine di attori alle prese con uno spettacolo da mandare in scena, tra equivoci, gag, dietro le quinte. Una commedia perfetta, nel testo originale, nella traduzione, nell’adattamento, nella regia e nell’interpretazione. Alcuni degli attori che facevano parte della prima versione, sono ancora in scena. Orgogliosamente, dopo migliaia di repliche. 

Che lo spettacolo sia esilarante lo dimostra bene un aneddoto spesso raccontato da Stefano Altieri, uno dei pilastri della compagnia Attori & Tecnici: “Tanti anni fa, durante il secondo atto, l’attore Sandro De Paoli svenne in scena. Alla richiesta da parte dei colleghi di “C’è un medico in sala?” scoppiò una fragorosa risata. Passarono quasi cinque minuti prima che un dottore salisse in palcoscenico a prestare soccorso…”. 

Alcuni indimenticabili

 

Visti di recete

- Elvis The Musical

- Miss Marple giochi di prestigio

- Novecento (con stefano Messina)

- La scoperta dell'america

- Ai miei tempi non era cosi

- Che disastro di commedia 

- Notre Dame de Paris 

- Manca solo Mozart

-Se devi dire una bugia dilla grossa

- Una Compagnia di Pazzi

 - La Dodicesima Notte

- Non ti Scordar Di me 

- Pritty Woman

- A Spasso con Daisy 

- Sogno di una notta di mezza estate

- Manola

- Minchia signor Tenente

- Comincium

- The Spank

- Non ci resta che ridere 

- Forza venite gente

- Novecento (Antonello Avallone)

- La Luna di Patmos 

Omaggio degli SquinternatiRoma al Grande Maestro Proietti

ROMA,16 LUGLIO 2016, GLOBE THEATRE: “OMAGGIO A SHAKESPEARE”

Siamo stati ieri sera al Globe, semplicemente gli spettatori autorganizzati, a ringraziare il Maestro Proietti per aver saputo ispirare la fondazione Silvano Toti nel   magnifico progetto del Globe Theatre e a rendergli il nostro modesto omaggio   per le tante emozioni, che in oltre cinquant’ anni di carriera ci ha regalato, per l'opportunità ed il piacere di ri-conoscere   Shakespeare, per i sogni che ci regala da più di quattordici anni, nelle notti romane “di mezza estate.”

GRAZIE ANCORA GIGI 

i nostri premi, le nostre interviste

ringraziano Mimosa Campironi per la sua gentilezza e disponibilità e soprattutto per averci regalato nel ruolo di Giulietta un’ interpretazione magistrale che ha saputo stupirci, sorprenderci e emozionarci

Antonio Grosso , classe 1982, attore e autore di opere bellissime come  "l'invisibile che c'è";  intervista a cura di Alessandra Fantauzzi

Gli Squinternati hanno voluto dedicare lo sventolio finale delle palette di segnalazione a tutti i martiri della giustizia e della legalità

Consegna Premio Squinternati Stachanov

al GRANDE Drammaturgo Gianni Clementi ,presso il Teatro della Cometa

Premio " Iniziazione Teatrale Squinternati "

alla compagnia attori & tecnici  , presso il teatro Vittoria

informazioni teatrali consigliate

Scritti a Margine 

Blog recensioni teatrali

Oggi Roma

Eventi teatrali a Roma

Teatro Persinsala

Rivista di teatro Roma

TEATRO IMPERIALE di Guidonia 65 Squinternati presenti per vedere  Taxi a due piazze 

La storia del tassista bigamo che suo malgrado si trova coinvolto a nascondere il segreto della sua vita, diverte e affascina gli spettatori di tutto il mondo garantendo risate senza sosta. Mario Rossi, taxista, sposato con Alice Rossi, residente in Piazza Irnerio 100. Mario Rossi, taxista, sposato con Barbara Rossi, residente in Piazza Risorgimento. Un curioso caso di omonimia, con tanto di professione identica? No! Il Rossi taxista è la stessa persona. Ha sposato Alice in chiesa e Barbara in comune 6 mesi dopo. Egli è quindi bigamo. Seguendo una precisa pianificazione di orari e turni di lavoro, e grazie al lavoro di entrambe le mogli, Mario riesce per 2 anni a vivere nascondendo la verità: ovviamente Alice non sa di Barbara e viceversa. Tutto si complica quando, per salvare una anziana signora da uno scippo, Mario riceve una brutta botta in testa che lo costringe, privo di sensi, al ricovero in ospedale. Al risveglio il taxista, ancora confuso, darà ad un infermiere l'indirizzo della prima moglie, e, ad un altro impiegato dell'ospedale quello della seconda. La denuncia arriverà quindi a due diversi commissariati di due diverse zone, che a loro volta si attiveranno mandando ad indagare due diversi ispettori. Anche la stampa fa la sua inviando a casa di Mario un fotografo che scatterà la foto che verrà pubblicata sulla copertina di Roma Sera. Quello che segue è una serie di equivoci, coincidenze, bugie, e mistificazioni della verità continue, che con un ritmo infernale, intricheranno a tal punto la trama da arrivare ad un finale inaspettato ma non per questo non sorprendente. Con un Cast capeggiato dai due mattatori Guidi e Ingrassia per una travolgente serata piena di risate.

 

Per gli SquinternatiRoma, il Punto di Alessandra Fantauzzi  

75 SquinternatiRoma al Teatro Ghione per

" Maradona è meglie é Pelè"   

Per gli SquinternatiRoma, il punto di Alessandra Fantauzzi !

Io credo che dovremmo ringraziare Gianni Clementi ed Antonio Grosso per averci regalato la scrittura di “Maradona è meglie ‘ Pelé”, e Paolo Triestino per averne curato la regia. Li dovremmo ringraziare perché ci ricordano quanto sia importante, di questi tempi, ridere “a denti stretti”, ridere per esercitare una riflessione, ridere per definire i termini di un problema.

L’ atmosfera è cupa fin dalle prime battute, la scena è scarna e rimanda allo squallore, gli abiti sgargianti di Regina (Daniela Ioia) e Aitano, sposini per dieci giorni, stridono  e delineano la disperazione rassegnata di una generazione di fine millennio che nulla riesce ad illuminare.   Corrieri della droga per  bisogno o forse per cattivo esempio, contenitori umani di ovuli di cocaina per conto di una  “Camorra in ascesa”, non solo economica , ma come modello unico di riferimento culturale,  i due giovani vanno incontro alla loro sorte il 29 Aprile del 1990, mentre tutta la città partenopea, segue, allo stadio o in radiocronaca, la finale di campionato  Napoli Lazio, che assegnerà il secondo scudetto al Napoli, con il  refrain del famoso “Inno a Maradona”: Maradona è meglie’e Pelé”.

Maradona è meglie’ePelé è anche la parola d’ ordine  che i due scagnozzi della Camorra, un “capozona” con ambizioni di ascesa (Lello Radice)  , e  il suo “attendente” (Antonello Pascale) , utilizzano per  l’ operazione “recupero “ della cocaina. Dalla camera della pensione,” camera con servizio e con il servizio”, entra ed esce un anziano e grottesco “ragazzo delle camere” (Giuseppe Cantore) tentando di piazzare la sua singolare merce: pezzi del muro di Berlino. Questi i personaggi e l’azione scenica si dipana verso la sua conclusione senza indulgenze di sorta: scabra e asciutta.  Allo spettatore tuttavia rimanda emozioni e riflessioni che si aprono non appena il sipario si chiude tanto da suscitare il desiderio di rivedere subito lo spettacolo. Si esce dal Ghione dopo aver visto “Maradona è meglie ’e Pelè” e si comincia a pensare. Si pensa alla narrazione che i personaggi fanno di sé stessi: Regina e Aitano e i loro antinomici mestieri: i più antichi del mondo, il pane e “le rose”. Vicende di una quotidianità senza luce, senza speranza, senza “coscienza”.   Si pensa ai due “camorristi”, alla loro ferocia quasi ingenua, alla loro amoralità normale. Si pensa all’ improbabile venditore di pezzi del muro di Berlino. Ordinarie storie di degrado urbano? No. C’ è molto di più. Non è un caso che la storia abbia una data: un giorno e un anno. Riferimenti temporali precisi e accadimenti reali. In altre commedie del coautore, Gianni Clementi ricorrevano: “Grisù, Giuseppe e Maria” e “La Spallata” e rispettivamente l’8 Agosto 1956, Marcinelle, il  9 e  il 22 Novembre 1963, Vajont e omicidio Kennedy. Allora è possibile leggere “Maradona è meglie ‘e Pelé” come la conclusione di una sorta di trilogia che racconta e nel raccontare, dimostra, l’antinomia pasoliniana tra “sviluppo” e “progresso”.  Esattamente sei mesi dopo, la caduta del Muro di Berlino, ossia dopo la fine del simbolo non solo della tragica incarnazione del  “socialismo reale” ma anche del socialismo “tout court”, nella sua rappresentazione ideologica, sociale ed economica nell’ Occidente,  si comincia a delineare il volto di una  società ove lo sviluppo non implica progresso, una società del consumo edonistico, omologata e omologante. La mutazione antropologica, che aveva avuto inizio negli anni Cinquanta passando per il boom economico degli anni sessanta, si è compiuta.  Illuminante è la battuta di Guido che considera la caduta del muro, evocata dal cameriere venditore, un “accidente” tra un gol di Maradona e un ovulo di cocaina e ignora, suscitando appunto una risata a “denti stretti”, di essere una delle “vittime” di quel “crollo”.  Si capisce allora perché proprio: Maradona. Maradona è stato davvero, al contrario di Pelè, il primo campione di un calcio che da epopea corale del popolo diventava prodotto di consumo per il popolo Come la cocaina: da droga per pochi diventava la scorciatoia per il successo e  il surrogato della coscienza, compresa quella di “classe”.  Grazie Gianni, grazie Antonio, grazie Paolo.

70 SquinternatiRoma al Globe Theatre  

Sogno di una notte di mezza estate

uno spettacolo meraviglioso che consigliano a tutti

Per gli SquinternatiRoma, il punto di Alessandra Fantauzzi !

Le note della romanza di Bizet “Mi par udire ancor” scandite dalla voce frusciante di un vinile, accompagnano l’entrata in scena dei personaggi/ attori: e tu, sugli spalti del Globe Theatre, nel cuore di Villa Borghese, vieni dolcemente risucchiato dalla nostalgia del sogno. Teseo, Ippolita, Ermia, Lisandro, Elena, Oberon, Titania, Puck fatti della stessa, impalpabile sostanza dei sogni ti prendono per mano e ti accompagnano nell’ intreccio di amori e magia in questo “Sogno di una notte di mezz’ estate “per la regia dello scomparso Riccardo Cavallo, spettacolo che ha aperto la stagione del Globe Theatre di Roma. Le vicende amorose, gli equivoci che coinvolgono i personaggi, si snodano sul palcoscenico nella sapiente alchimia dei costumi, splendidi, che si fanno scenografia e narrazione, della recitazione, eccellente, che si fa scenografia tra i continui rimandi tra i piani: quello della realtà, quello del sogno, quello della finzione scenica. L’asciutta “popolarità” dell’allestimento di Riccardo Cavallo è supportata dalle musiche, tutte tratte dalla tradizione del melodramma, da Bizet a Verdi, da Bellini a Leoncavallo, che innovano la tradizione shakespeariana pur senza violarla. L’effetto è un’atmosfera onirica e malinconica, che “affattura” lo spettatore, in un turbinio di riso e di commozione, tanto che, alla fine dell’epilogo del primo atto, le luci si spengono all’improvviso lasciando il palcoscenico completamente al buio, quasi a voler indurre un risveglio brusco ma necessario. Notevole la parte comica, quella che Cavallo ha riscritto con Simonetta Traversetti e agli attori: un contrappunto farsesco, rivisto alla luce di una gestualità che rimanda alla commedia dell’arte con sorprendenti e gradevoli contaminazioni clownesche. Il risveglio accompagnato dal valzer della Traviata e suggella il finale sottolineando ancora che il tempo dell'amore, dell'incantamento, del fervore dei sensi non è che una stagione e porta con sé il senso dell'effimero e della caducità, due ombre inseparabili da tutto ciò che attenga alla natura umana.

NEW RECORD...120 SQUINTERNATI per "BEN HUR" 

al TEATRO GHIONE ,una serata STRAORDINARIA !!!

Giovani e meno giovani: tutti al Teatro Ghione per uno dei magistrali lavori di Gianni Clemente, Ben Hur,  la cui suprema interpretazione  si ascrive al merito della” premiata ditta”: Pistoia, De Vito ,Triestino, con l’abile regìa dello stesso Nicola Pistoia. Una collaudata commedia, a tinte popolari dove si indaga e si denuncia un’umanità degradata, figlia della nuova marginalità sociale, capace di ridurre e ricondurre tutto al denaro, al possesso, al consumo.   Non scopriamo nulla di nuovo, affermando che, la nitida scrittura di Gianni Clemente nel tratteggiare caratteri e situazioni, sa far ridere molto, senza mai essere né scontata né futile, presentandoci invece, ogni volta, il conto morale, la riflessione, il pensiero.  Una serata di grande partecipazione e raro, proprio perché pensoso e pensante, divertimento

Siamo stati gratificati dalla squisita ospitalità della Compagnia, che al completo ci ha fatto l’onore di bere un goccio con noi. Eravamo emozionati ed increduli di averli tutti lì: Elisabetta, la nostra Star, Paolo, straordinario, grande amico,  Nik  con la  sua aria un po’ svagata e, dulcis in fundo,   Gianni, umile e cordiale, come tutti i grandi, che sembra  sempre l’ amico che si trova lì per caso e invece…. Cari ragazzi,  questi capolavori li scrive ( premio Le Maschere del teatro italiano 2014 come migliore autore di novità italiane, per un'altra delle sue perle “Lo Sfascio” tanto per dirne una) , ed è venuto apposta per salutarci! Un grazie allo staff del teatro Ghione ed in particolare all’ affabile direttrice Roberta Blasi, per l’accoglienza.

"L'APPARTAMENTO SOLD OUT " (Riflessioni di Alessandra Fantauzzi)

 

Mentre scrivo questo commento alla commedia di Francesco Apolloni, mi arriva la notizia dell’ attentato alla redazione di Charlie Hebdo . Rimango paralizzata perché allora, la piecé, si carica di significati altri “al punto che, andare al teatro Roma a vedere “L’ Appartamento sold out” , diventa un atto di resilienza per sopravvivere, per capire, per rimanere “umani”, dopo la barbarie dei fatti di Parigi. Bernard Maris , una delle vittime della redazione di Charlie Hebdo , auspicava in un suo libro , di poter continuare a sognare un mondo che “sarà il regno dell’arte, del tempo oggetto di libera scelta, della libertà." Sappiamo tutti che la libertà passa non solo per il rispetto reciproco di tutte le diversità di credo, di pensiero, di parola ma attraverso la loro reciproca comprensione , la loro ibridazione. E’ quello che succede nell’ “Appartamento” di Apolloni, dove tre coppie, una italiana, una marocchina e una indiana, si trovano a dover , grazie ad una disavventura, condividere forzatamente la quotidianità, partendo da qualcosa che li accomuna: il disagio sociale. La storia si snoda , vestendo la pensante leggerezza della commedia all’ italiana , tra reciproche diffidenze, esilaranti, proprio perché vieti e beceri , luoghi comuni, razzismi incrociati, fino all’ apparire di Gioacchino Stasi, deus ex machina della vicenda. Sullo sfondo una sorta di “conflitto religioso” che si gioca a colpi di simboli: il Crocifisso, la statua di Ganesh, il musallah , in una sorta di pantheon domestico che culmina con un “presepe” di eduardiana memoria. Bravissimi gli attori: Jonis Bascir, Alida Sacoor, Rishad Indorani, Marine Galastyan che offrono una perfomance straordinaria nelle loro “interlingue italiane”, tra le quali inserirei anche l’ italo pugliese di Antonio Conte, il misurato ed esilarante italo romanesco di Gabriella Silvestri e l’ intramontabile italo napoletano di Enzo Casertano. Belle le musiche di Jonis Bascir, che sostengono , letteralmente, la quotidianità domestica, multietnica come in un balletto. Appassionata e accurata la regia di Vanessa Gasbarri. Invito perciò chiunque, anche quelli che pensano al teatro come “roba per iniziati”, ad andare vedere questo spettacolo per ridere e pensare, per aiutarsi a capire la realtà , per comprendere quanto stupida , depauperante e feroce possa essere la paura della diversità, per rimanere uomini tra gli uomini.
Alessandra Fantauzzi

104 Squinternati per "Rumori Fuori Scena" al Teatro Vittoria -Compagnia Attori & Tecnici-

31°anno di repliche- Roma 29 novembre2014

GUARDA IL VIDEO !!!

Carissimo Rumori Fuori scena,

Siamo i tuoi amici gli SquinternatiRoma, quel gruppo di signore e signori più o meno maturi, ragazze e ragazzi più o meno giovani, bambine e bambini più o meno piccoli, cani, gatti, canarini e “creature” di ogni risma,con una grande passione comune:il Teatro!! In questa sede però, ci permetteremo di parlare non soloa nome del gruppo che rappresentiamo (Questa sera Siamo addirittura 104 il nostro record) ma anche a nome del pubblico presente e di tutti gli spettatori che in questi Trentuno Anni hanno avuto il piacere di applaudirti e di quelli che nei prossimi tremilatrecento trentuno anni ti applaudiranno. Tu, caro Rumori Fuori Scena, sei stato lo spettacolo che “alle genti ha disvelato” quanta umanità, triste, ilare, annoiata, felice, infelice, vitalmente rumorosa insomma, vi sia dietro un sipario, regalando a tutti il gusto del teatro per il teatro. Hai avuto quindi la stessa preziosa funzione che ha avuto la fiaba per la narrativa, promuovere il gusto del racconto per il racconto.Questo teatro liberato dal teatro e tuttavia dentro il teatro, è stato un balsamo per spettatori a volte tristi o rassegnati o passivi o neofiti, li ha ammaliati con la risata intelligente, raffinata, leggera e mai cervellotica né superficiale. Voglio perciò augurarti: Buon trentunesimo anno di repliche con la sapiente energica, affiatata, esilarante, interpretazione dei presenti, passati, e futuri Attori & Tecnici. Un pensiero e un Grazie speciale al compianto Attilio Corsini per la magnifica Regìa e soprattutto per aver fondato Gli Attori &Tecnici e questo Teatro. Quindi: ancora tremilatrecento trentuno anni di repliche a Rumori Fuori Scena e a tutti noi. Con ammirazione e affetto, SquinternatiRoma.

VIVA IL TEATRO! EVVIVA IL VITTORIA.

Mimosa si presenta:

Ho 27 anni e in questi anni ho studiato come una matta, lavorato come attrice e come musicista. Ho frequentato il Conservatorio G. Verdi di Milano dove ho studiato pianoforte e poi la Scuola Nazionale di Cinema a Roma. Il mio interesse di studio e di ricerca si muove attraverso il cinema noir, la musica rock e l'arte contemporanea.  Ho una passione sfrenata per la torta Sacher, i The Smiths, la performer Marina Abramovich e i cani di tutte le razze.

Gli SquinternatiRoma ringraziano Mimosa  per questa intervista strepitosa , felici per aver conosciuto una attrice straordinariamente brava capace di emozionarci nella magistrale interpretazione di Giulietta , una musicista raffinata e soprattutto una ragazze gentile , disponibile e simpatica !

GRAZIE MIMOSA 

Alcune iniziative che ci piace ricordare

Tutte le nostre iniziative , eventi consigliati o altro , sono frutto del nostro personalissimo gusto, del nostro piacere nel divulgare qualsiasi cosa che a noi possa piacere, emozionare e  stupire , nella speranza di fare cosa gradita per Voi e per gli organizzatori di tali eventi ma soprattutto in forma autonoma e assecondando il nostro desiderio di curiosità sempre vivo, che speriamo di condividere con Voi.  Unisciti a noi , partecipiamo insieme … divertiamoci !!